3^ scalata mulattiera del Macigno, Monte Arbu (CA)

"Unu Film e Guerra! :-)

Aprile 2005




La pausa per tesare la catena del DRZ di Danix, alla base della mulattiera del Macigno.


Maurizio su Dominator 650, nel primo pezzo insidioso tutto in salita.


"Nonno" Danix col DRZ nella prima curva tosta ------------------ Alessandro col XR650 nel primo pezzo semi-hard.


Alessandro che ha passato il pezzo semi-hard -------------------- "Zio" Marco all'attacco :-)


Marco in uscita dal primo primo semi-hard------------------ dopo il tratto canaloni gradone.


Arrivo al primo spiazzo sosta in curva.


Passaggio al Macigno: Alessandro su XR600 ............Calogero su TT600Esageration:-)


sempre Macigno: Maurizio su Dominator650 167Kg:-( ____________________ Daniele su DRZ400.


IL "Nonno" Danix col DRZ _____________________________________ lo "Zio" Marco su TTeddu350 factory:-))).


Macigno:.. aiòò, e passaa..!! :-)) Giuseppe su DRZ440 (il nostro fotografo).


La postazione fotografica giù dal Macigno. Alessandro 2°fotografo:-), Marco e Maurizio.


Kalo, distrutto dalla stanchezza, addormentato in piedi appoggiato al Macigno, Incredibile!!! :-)))
E per finire .. una foto verso i Monti 7 Fratelli con uno strano... roccione :-)))).




Report in ordine cronologico

Report di Daniele Sanna:
Ciao a tutti,
visto che nessuno in sede di "de-briefing" birresco voleva fare il report (forse perchè eravate talmente stanchi che non avevate neanche la voglia di pensarci) faccio una proposta:
ognuno scriva quello che gli pare, quello che ha voglia di scrivere e di raccontare senza necessariamente fare un resoconto preciso e dettagliato... giusto qualche riga di testimonianza, della serie "c'ero anch'io".
Proprio per questo io non dirò chi c'era e racconterò solo poche cose.
La prima cosa che mi viene in mente è il mezzo-capottone che ho fatto anche perchè mi fanno ancora male le palle... pensate che con un colpo di basso ventre sono riuscito a girare il manubrio in avanti nonostante fosse ben serrato.
Come ho fatto? sono entrato in un pozzangherone molto profondo, troppo profondo, praticamente una voragine... stanotte ho sognato voragini e di avere male alle palle... :-)))
Dopo la "crastata" ho trovato un nuovo interessante passaggio che porta a Sa Sedda de Marongiu (preso dalle carte IGM e riportato sul GPS) che sarà bello rifare in una delle prossime uscite.
Il polso? praticamente il male alle palle mi ha fatto dimenticare il dolore al polso, ma sono sicuro che tornerà presto quando las balotas smetteranno di dolorare.
Complimenti a Maurizio Mura che con il suo cancello, tale Honda Dominator, è riuscito a fare la mula del macigno che in questi giorni è stata ulteriormente devastata dall'acqua...
però non ditelo in giro che in quella mula c'è passato un Dominator, altrimenti penseranno che sia una mula facile...
comunque alla fine di tutto mi sorge spontanea una domanda:
cari Maurizio e Calogero, pensate veramente che quel Dominator sia commerciabile? nelle condizioni in cui si trova non credo che abbia alcuna possibilità di trovare un acquirente.
Che cosa direte a chi lo andrà a vedere? la cosa mi ricorda un tizio che a Luca Mura disse "con questo TT mai fatto fuori strada" e poi, parlando di come andava il motore, disse "ceeeèhhh, devi vedere come va impennando in due nel fiume" :-)))
Comunque, o Calogero, se mi fossi infilato come ha fatto Rossi, tu avresti fatto la fine di Gibernau nel Rio Geremeas :-DDD
ciao.
.danix.

Report di Giuseppe Nissardi:
Il mio report deve necessariamente iniziare con un mea culpa.
Non è stata una buona idea quella di proporre di iniziare il giro facendo la mulattiera del macigno in salita.
C'erano tanti buoni motivi per fare un giro più tranquillo: io Kalo e soprattutto Maurizio avevamo fatto poche uscite ultimamente e non siamo certo al massimo della forma, Maurizio ha ancora il buon vecchio cancello Dominator, io, pur avendo una moto stravanata, ero solo alla terza uscita, non ci ho fatto del tutto la mano e ho ancora lo slick al posteriore perché non ho avuto il tempo di cambiarlo.
Insomma se avessimo fatto un percorso più tranquillo probabilmente ci saremmo divertiti di più e avremmo preso meno colpi.
Comunque, visto che siamo tre sboroni, una volta fatta la proposta gli altri due disgraziati l'hanno approvata immediatamente ed anche gli altri del gruppo, Danix, Marco ed Alessandro, che il macigno se lo sono fatti varie volte nelle ultime settimane, hanno sollevato gli occhi al cielo ma non hanno sollevato obiezioni.
Entriamo da Geremeas e saliamo verso il macigno dal secondo ingresso, evitando il guado dei cinghiali che oggi era a rischio di bagno.
Già dal primo pezzo di mulattiera vediamo che le piogge dei giorni scorsi hanno fatto un po' di danni.
Il guadino del Rio Culu a Soli è stato spazzato via dal torrente e si passa con qualche difficoltà allargandosi un metro più a monte nei cespugli.
Alla base dell'attacco vero e proprio del macigno facciamo una piccola sosta tecnica per registrare la catena lasca di Danix.
Si riparte, vado io per primo e chiedo agli altri di lasciarmi dieci minuti di vantaggio perché voglio fermarmi in qualche punto bello e fotografare i passaggi.
In realtà mi incasino quasi subito, Non riesco a tenere a lungo la posizione in piedi e mi spompo zampettando tra pietre e canaloni.
Al primo pezzo brutto di pietroni smossi, dove ero passato senza danni l'altra volta con il vecchio DR, cado come un pirla e prendo una botta alla coscia sinistra.
Al momento non mi fa male, la moto è OK, mi rialzo e riparto prima che arrivino gli altri.
Poco più su parcheggio e scendo a piedi per fare le foto nel pezzo tecnico.
I ragazzi passano macinando allegramente il granito, con qualche difficoltà nei punti più tosti.
Lo zio si ferma ad aspettarmi e ripartiamo all'inseguimento del gruppo.
Purtroppo non faccio in tempo a vedere il suo passaggio al mitico gradone, io passo di fianco nel canalone e quando mi posso fermare e girare Marco è già salito, un'altra volta faremo le foto.
Più su troviamo il Dominator piantato in un canalone, Maurizio è caduto e si è fatto un po' male ad un piede.
Scendiamo a dare una mano, ma ci pensa Alessandro che prende il cancello e zampettando con le sue gambone lo porta su mentre noialtri riprendiamo fiato.
Dopo la sosta riparto di nuovo io con l'intenzione di arrivare al macigno e trovare un buon punto per fare altre foto.
Il pezzo successivo e meno peggio di come lo ricordavo, ho un rallentamento solo in un punto molto ripido e faccio da tappo a Danix che mi ha raggiunto.
Io riparto ed arrivo al macigno, parcheggio la moto di lato e scendo a piedi nella scarpata a fianco al massone.
Il punto è un po' pericoloso perchè se qualcuno sbaglia il passaggio nella strettoia e cade giù mi viene addosso, però si possono fare delle belle foto delle moto viste dal basso con il macigno sullo sfondo.
Dopo di che per una mezz'ora non arriva nessuno, solo a tratti arriva dal fondovalle l'eco di motori e di urla incomprensibili, evidentemente i ragazzi si stanno divertendo :-))).
In realtà mi racconteranno dopo che stoppando Danix nel pezzo ripido ho provocato un terribile effetto domino ed incasinato tutto il gruppo e per giunta Calogero è caduto storcendo irrimediabilmente la leva del cambio.
Comunque, quando ormai mi si stava congelando il culo a furia di stare seduto per terra in quel buco in mezzo al bosco, finalmente arriva Alessandro, passa senza vedermi e poi si ferma e torna indietro a piedi per capire dove diavolo fossi nascosto.
Poi arrivano tutti gli altri ed alla fine Alessandro mi da il cambio nel buco per completare il servizio fotografico con il mio traballante passaggio.
Il tratto finale della mulattiera è facile, solo Kalo ha qualche problema a cambiare marcia con la sua leva a punto interrogativo.
Altra sosta a Dispensa Sanguinetti e giretto verso il Nuraghe e la Sfinge, evitando i tratti più impegnativi delle mulattiere.
Io, visto che adesso sto cominciando a divertirmi, vorrei rifare tutta la mulattierina al contrario e per evitare di farla faro al Kalo monomarcia decidiamo di dividerci:
io, Marco e Alessandro rientriamo verso Geremeas passando dal Nuraghe e gli altri dovrebbero fare lo sterratone, appuntamento a bar per la birretta finale.
Noi ci facciamo un bel giretto divertente ad andatura allegra e lo Zio trova il tempo di farsi una bella doccia attraversando a manetta un pozzangherone con sabbie mobili.
Quando arriviamo al bar degli altri non c'è traccia e stiamo per tornare indietro a cercarli preoccupati quando, dopo una mezz'ora buona di attesa, li vediamo arrivare dall'asfalto smanettando come pazzi e schiamazzando allegramente.
Era successo che il Nonno non avevo voluto essere da meno dello Zio e si era fiondato a tutta manetta nel famoso terribile pozzangherone della radura dei cervi a Monte Paulis, usato abitualmente nella stagione piovosa dai sommozzatori del Club Sub Sinnai per fare i test di immersione profonda.
Risultato una bella cappottata che neanche i testimoni oculari hanno saputo descrivere con precisione.
L'unica cosa certa è che sul serbatoio e sul manubrio del DRZ erano presenti vistose ammaccature tondeggianti e che Danix al bar aveva una vocina tipo Cugini di Campagna :-DDD.
Speriamo si riprenda presto.
Comunque, nonostante tutti i colpi che abbiamo preso credo che ci siamo divertiti e non ci siamo fatti troppo male.
Io al momento ho la gamba sinistra completamente paralizzata ed il fondo schiena come se mi avessero sculacciato a randellate, Maurizio ha la caviglia abbastanza massacrata, Danix non l'ho sentito, ma state tranquilli che guariremo presto.
Per concludere voglio fare i complimenti ad Alessandro che si conferma un ottimo compagno di uscite: parla poco, da una mano quando serve, passa dappertutto, in mulattiera va come un trattore, sul veloce va come un treno ma senza fare imprudenze, il tutto con una moto che molti erroneamente considerano superata, ma quando c'è il manico......
Unico problema sei passato troppo veloce in mulattiera e le tue foto sono uscite quasi tutte di coda ;-))).
Ciao a tutti ed alla prossima
Giuseppe DRZ

2°Report di Daniele:
in risposta a "Giuseppe Nissardi" :
> hanno sollevato gli occhi al cielo ma non hanno sollevato obiezioni.

Non è così!!!
Più volte ho manifestato la mia contrarietà, ma voi non mi avete ascoltato o non mi avete voluto ascoltare!
Questo significa che dovrò riprendere a fare il Nonno come ai vecchi tempi, a costo di passare io per quello che non vuole fare questa o quell'altra mulattiera...
nel racconto non hai parlato dello stato di salute di Calogero...
non ti ha detto nulla di come sta, vero?
ciao.
.danix.

Report di Alessandro Mura:
Grande Giuseppe,con questo report,cosi dettagliato, ti aggiudichi sicuramente il titolo di "giornalista polveroso"!!!!(non me ne voglia ZioMarco)
Tra foto e articolo, anche chi non c'era si può immaginare benissimo il tipo di uscita.....grande!
Ciao, Alessandro.

Report di Marco Cornaro:
Ciao a tutti! REPORT:
UNU FILM E GUERRA.......
Il titolo dice tutto, ma averla vissuta e un'altra cosa, allora:
partenza dal Simbi, io, Danix e Alessandro per ritrovarci a Terra Mala con Giuseppe, Maurizio e udite udite.. Kalo.
Appena ci ritroviamo dopo le solite battutaccie:-), si parla del percorso, noi si parlava della mula del Macigno, però non sappiamo se è il caso di farla oggi.
Loro : ma state scherzando è una callonata quella mulattiera ce la siamo già fatta una volta col Dr e Dominetor.
Noi : ragazzi...., forse non è il caso, è meglio fare qualcosa di più tranquillo.
Loro : e la is patatasa....Aiò alla mulattiera del Macigno.
Ormai rassegnati ci siamo diretti alla mulattiera.
Io faccio la scopa e mi perdo forse qualche caduta spettacolare perchè prima di me ci sono Daniele e Alessandro che provvedono a soccorrere i feriti:-))
Unu film e guerra, moto incastrate in salita dentro a canaloni, piloti distrutti dalla stanchezza lontani dalla moto incastrata almeno 50 mt, della serie: la lascio lì;
Piloti che dicevano, cavolo se immaginavo che era così non l'avrei mai fatta, facce distrutte dalla fatica.
E comunque ridendo, aiutando, prendendoci in giro e facendo fotografie abbiamo scalato la mula.
Ci siamo veramente divertiti, abbiamo riso come matti.
Poi il giro si è diviso tra quelli che ne volevano ancora e quelli esausti con moto scassata e Danix come accompagnatore.
Una bella scorriata intorno al nuraghe di Monte Arbu, e qui davanti a un bel laghetto, decido di attraversarlo al centro, che sarà mai, GASSS, entro bene, ne supero la metà, la moto comincia a diventare stranamente bassa, fumo, la moto si ferma all'improvviso con metà motore sotto l'acqua, metto i piedi giù e delle specie di sabbie mobili mi inghiottono gli stivali, tiro via i piedi e sembra quasi che rischio di lasciarci dentro gli stivali, continuo a dare gas, in che marcia sono? la pedivella è sotto il fango, schiaccio prima, gas, unu casino di schizzi, sono solo così.
Ecco che arrivano Giuseppe e Alessandro, mi guardano con un'espressione incantata, forse affascinati da questi vapori di motore e cascate d'acqua posteriori, mi continuano a guardare affascinati ma non si muovono.
Cavolo……, allora grido per spezzare l'incantesimo:-)), tiratemi fuori!!!, tirate la ruota anteriore!!, al che Alessandro risvegliato dai miei incitamenti mi ha prontamente tirato fuori.
Risate e ripartenza a tappo sino al bar di Geremeas, ad aspettare il resto del gruppo, risultato poi in ritardo per un fuori programma di Danix.
Bella uscita, abbiamo riso e ci siamo sfottuti (bonariamente) anche al bar.
Il bar sembrava un'ospedale militare, uno che saliva le scalette con la gamba dritta e il sedere dolorante, un'altro zoppicando , un'altro camminando un pò curvo tenendosi gli attributi doloranti, insomma UNU FILM E GUERRA....:-)
Siete pronti per la prossima settimana?
Ciao.
Marco.

Report di Maurizio Mura:
La descrizione dettagliata dell'accaduto ormai è stata fatta dai compagni di cavalcata, mi permetto solo alcune puntualizzazioni doverose, innanzitutto grandi complimenti ad Alessandro per i suoi ritmi le sue scelte di traiettorie e la sua forma fisica.
In mulattiera con il mio Dominator ( 167 Kg alla faccia dei 100Gr. di alleggerimento sul TTxeddu di Marco )piantato nel canalone mi è parso l'unico dei presenti , me compreso , spompatissimi in grado di portere la moto sino al primo pianolo e l'ha fatto con notevole disinvoltura.
Complimenti davvero apripiste ideale.
Seconda puntualizzazione sul mio stato di salute per tranquillizzare tutti la mia caviglia non ha subito danno alcuno ho solo accusato una forte contusione tibio-tarsica riassorbita peraltro gia dal giorno seguente tanto che Domenica ho potuto curare le ferite del Dominator e dedicarmi anche ad una leggera corsettta nel pomeriggio.
Commento finale sulla scelta del percorso approvata da tutti unanimemente anche perché memori di precedenti scalate nella stessa mulattiera con esiti un po meno disastrosi.
Ciao a tutti Murizio


Report di Calogero Pizzo:
Report 09 aprile 2005
Una delle tante uscite? NO!
Prologo

Sabato mattina consultazioni telefoniche. Giuseppe: “I Polverosi DOC vogliono fare Macigno in salita.” – Maurizio: “Bo!?!, si potrebbe fare, l’ho fatta anche un’altra volta.” – Calogero: “Mah!, se l’ha fatta Maurizio con il cancello, forse ce la faccio anch’io. Si può provare, al massimo ci si ferma e si torna indietro!” (eh, dev’essere!! ndr ;-)

“Unu film de guerra”
(contenuti speciali)
Parte già scombinato l’appuntamento: io mi fiondo (per ovvio ritardo e per bypassare l’appuntamento a Simbirizzi ;-)) in quel di Baccu Mandara, all’appuntamento con Maurizio e Giuseppe. Poi, invece, aspettiamo e ci raggiungono i DOC: Nonno Danix, Zio Marco e Alessandro XR. Una non rapida consultazione decreta la spedizione verso Macigno in salita, ma, effettivamente, qualche scambio di frase a bassa voce tra Nonno e Zio lo noto e mi ricorda qualche altro episodio, …mah, scaccio il pensiero.
Si parte alla volta di Geremeas e subito si rallegra l’andatura col Nonno in testa, Zio secondo e io che subito mi metto all’inseguimento, notando effettivamente il netto miglioramento delle prestazioni del TTeddu in accelerazione di seconda e terza: mi devo impegnare un po’ per stargli appiccicato, nonostante abbia sotto la sella un 600. Fermi al bivio di Geremeas faccio i miei complimenti a Zio, …per quanto gliene freghi :-))))).
Ci si ricompatta (tempo necessario = 2 sec., non è che fossero così lontani gli altri!!) e si riparte per raggiungere l’imbocco della mulattiera: Danix e Marco vanno alla grande, e con disinvoltura ci staccano. Io non so se buttarmi all’inseguimento, la strada è ottima (sterrato d’auto) ma qualcosa mi dice di risparmiarmi (…grazie “qualcosa”!).
Saliamo tutti senza problemi (e ci mancherebbe!!) ed arriviamo all’imbocco mulattiera: quale?. Bè, d’ora in poi, oltre alle “dispute” GPS-Indiano, dovremo rassegnarci a veder le “dispute” DRZ-DRZ :-)))) …chi ha orecchie per udire…;-)
Si imbocca il secondo ingresso (figurarì il primo!): grande presentazione!!!! Guado piccolissimo ma bastardissimo! Danix fa da cavia sperimentando la traiettoria sbagliata. Riesce comunque a completare il “primo bagno”…no, più piccolo, “primo bidè”, e una volta all’altra sponda (ahahahah! nientaltro che un paio di metri più in là!) ci indica la giusta via. Marco passa quasi bene (perfetto, noi dietro affiniamo la traiettoria!!) e poi uno dopo l’altro guadiamo.
Inizia il primo tratto, bello stretto, un po’ pietroso, piacevole… azz, rovo nella mano…piacevole un c….!!! Io sono penultimo, l’Indiano fa da scopa e Maurizio che avevo d’avanti e sparito col gruppo di testa: ma come fa ad andare così veloce con quel cancello! A si, mi ricordo che monta nel posteriore una gomma nuova di zecca MT17 mi pare, …bella scusa la mia, visto che poi nell’anteriore gli noto una stradalissima MTslick!!
Punto FOTO
Ci si ferma in corrispondenza di un tornante, che a detta di alcuni presenti è l’inizio del “divertimento”. A fine giornata mi verrà di ribattezzarlo “l’inizio del non ritorno”!!:-))))) Nella pausa Daniele si sistema la tensione catena e si cominciano a fare le prime osservazioni sul TTeddu: “Zio, ma hai perso i convogliatori? Si, quelli rossi!” “No, non lo vedi che li ha modificati con pezzi di bidoncino di varecchina e ha trasferito il colore sulla sua faccia? O grezzuuuu!!:-DDDDD”.
Marco, con il suo zigarro fra le labbra, ci scruta profondamente; sicuramente stà pensando “ne riparliamo più tardi!”. Poi qualche altra “frasetta”, su eventuali possibili problemi tecnici e cadute varie, che, a detta di qualcuno, si devono dire per esorcizzare il tutto, mentre io cerco di esorcizzare con una bella massaggiatina al cavallo dei calzoni! :-)))
“Bene”, fa Giuseppe, “io comincio a salire per appostarmi per qualche foto”. Parte, ma più tardi modificherà la frase così:
“io comincio a salire per spistiddarmi e vedrai che mi fotto…la gamba!!” :))
Non mi ricordo più l’ordine di partenza, ma mi ricordo cosa mi ha detto Danix: “Vai e cerca di non fermarti; non puoi fermarti e non pensare di tornare indietro!”. Non mi sono spaventato, ma chissà perché me lo ricordo bene ;-).
Viaaaaa, Banzaiiiii, prima, seconda, ….prima! oh, qui non si può camminare (naturalmente mi riferisco al mio livello, cazzo ridete!!!). Dire pietre è dire poco! Dire viscide è dire poco! Comunque è in salita e riesco a pedalare niente male. Si, pedalare. Credo sia stata la mia prima uscita dove ho usato un casino le gambe per pedalare. E le braccia? Dove le lasciamo? Si forse era meglio lasciarle qualche mese in palestra. Che sudata, il culo praticamente ha copiato ogni movimento del mollone!!! AHIAAA! E quei gradini formati dalle radici di traverso, di cui si parlava tanto? Si, esistono e sono proprio delle simpaticone: pare crescano del diametro giusto per cui non possano venir agganciate dall’interspazio dei tacchetti della ruota! Ma vaff….. e li a pedalare e spingere con le braccia.
Ideona: e andando più veloci e con i piedi sulle pedane? Da veri campioni, giusto? Qualcuno dei presenti alla “gita” forse l’ha fatto, ma io ogni volta che ho oltrepassato una difficoltà e mi accingevo ad impostare la guida in tal senso, né incontravo un’altra che mi diceva: “E abarrarì sezziu cha è mellusu!!!”:-DDD
Ad un certo punto credo di non farcela più con le braccia, mi fanno veramente male, non sento più la moto. Supero un’altro paio di pietroni e... basta! Mi devo riposare. Mi fermo, metto in folle e alzo le pupille, che ormai utilizzavano soltanto l’emisfero inferiore dell’occhio, e a poche decine di metri da me vedo Danix e Alessandro che mi guardano: cavolo, non posso fermarmi col Nonno che mi osserva redarguendomi con lo sguardo. :-)))). Riparto, sofferenza estrema ma riesco a “camminare”!!
Raggiungo la “stazione” dove mi unisco agli altri due in “preghiera” (cioè li prego di dirmi se è finitaaaa :-)). Siamo in corrispondenza di un’altro tornante e possiamo goderci il breve, ma loffio, rettilineo di “pietre” da cui vediamo arrivare il Dominator… con Maurizio sopraaa!!! :-)))) Purtroppo però lo vediamo anche accasciarsi di lato. La stanchezza comincia a fare le sue vittime. Scendiamo ad aiutarlo io e Alessandro, Daniele dice che “guarda” le moto. Bo? ;-))
Io mi siedo sulla moto di Maurizio tirata in verticale, con grande suspence degli altri presenti che mi guardano ma non dicono ad alta voce “cosa c... crede di fare?”. Tranquilli, approfitto solo della sella stile divani MURGIA per riposarmi.
“MAAAATTTTA SESI, SCIMPRU?!?!?”
Arrivano alle spalle Giuseppe e Marco, che hanno lasciato il precedente punto fotografico (dove cavolo eri appostato Giuseppe?). Giuseppe si ferma giusto dietro la moto di Maurizio e gli dico: “Pronto a spingere?” . Di tutta risposta mi sento dire “MAAAATTTTA SESI, SCIMPRU?!?!?” . Effettivamente era “leggermente” provato anche dalla caduta che gli ha schiacciato la gamba. AIAH!
Alessandro, volontariamente ;-), decide di salire in groppa al colosso della Honda e via, zampettando lo porta sin su, al punto di stazione. E già, come ho scritto ha fatto: tutto con molta facilità. Bravo Ale, bell’energia (convengo anche con quanto da te detto nel tuo report: bella forza Maurizio, per aver fatto il resto! ;-).
Finisce di salire anche Giuseppe e Marco. Ora ci siamo tutti. Si riparte? “MAAAATTTTA SESI, SCIMPRU?!?!?”. Ci si riposa ancora un po’ e a Maurizio, affaticato e un po’ dolorante, viene una brillante idea: “Oh, se continua così io giro e me la faccio in discesa, voi andate tranquilli”. Posto che, come ho detto in apertura, ho basato la mia adesione con il fatto che c’era anche Maurizio e che quindi “ce l’avrei dovuta fare anch’io”, mi vedo crollare un riferimento e naturalmente esclamo: “MAAAATTTTA SESI, SCIMPRU?!?!?”. Prontamente veniamo rassicurati dagli altri che il brutto è più o meno passato.
Leva da Simmenthal
Prima di riprendere la marcia ci distraiamo prendendocela ancora una volta con Zio Marco è i suoi esperimenti sul TTeddu. E’ inutile, tanto fa e tanto dice che non lo distogliamo dall’infierire sulla cura dimagrante a colpi di 100g a cui sottopone la sua moto. Decidiamo anche di soprannominarlo “Cornaro100grammi” ma subito Alessandro ci fa notare che Marco correggerà anche quel nome in “CornaroZEROgrammi”! Bogati anche da lì 100g :-DDDD
Ci ritrassiamo e ripartiamo: obiettivo il MACIGNO (si, va bè, è dall’inizio che lo dico :-))). La mulattiera rinizia bene ma presto mi imbatto nuovamente con gradoni e pietre. Risale troppo in fretta anche la stanchezza alle braccia e ormai mi rassegno ad andare in prima dentro i canaloni e qualsiasi anfratto che abbassi la moto in modo da guidare alla meno peggio.
Purtroppo così facendo assecondo anche due pietre che sembra che stiano chiaccherando tra di loro e che si offendono quando cerco di passargli in mezzo. Mi si blocca la moto all’altezza del paramotore, accelero e riesco a passare ma con degli strani rumori di ferraglia, ma ormai non ho più voglia neanche di capire cosa è successo. Qualche decina di metri più su però devo fare i conti con la scoperta. Cerco di mettere in seconda ma non trovo più la leva del cambio. Mi fermo.
Guardo. Tranquilli, non si è rotta. Si è solo rigirata all’indietro come la lattina di una simmenthal!!!! Ma porca....!!!
Meno male che c’è Zio che fa da scopa. Arriva e fa: “E ora cosa è successo?” che, guardando la sua faccia, potrei tradurre così “Ma che c... ci fai fermo lì, in mezzo alle palle, che oggi mi sono spuligato più a fermarmi e a ripartire che a fare tre volte la salita?”. Ma Zio è Zio e quindi non fa altro che tirar fuori le sue pinze e darmi una mano (veramente tutte e due) a dare nuovamente “un senso” alla leva delle marce. “Grazie Marco, non c’è bisogno che la rifai nuova, tanto ormai più che in prima non vado” ;-) Scende da su Alessandro, a piedi. Grande Samaritano, a cui però scappano le parolacce per non averlo avvisato che non c’era bisogno di scendere, ma sarà comunque utile più tardi, quando io risalgo in moto e in un paio di punti, mentre Alessandro sale a piedi, mi da una manina a superare qualche gradino. Al chè gli faccio: “Ale sei un figo, ma perchè non te la passeggi tutta sino a sù? Dai che così mi fai compagnia, no?” Non vi descrivo la sua faccia :-))))) Ulteriore pausa di tutti e ulteriore rettificatina alla mia leva da parte di Zio, che, nonostante la fatica dello sforzo impegnato nel manovrare con precisione la pinza, trova il fiato per “cazziarmi” per la posizione in cui uso la leva delle marce. Annotate gente, annotate: la leva marce deve essere, in posizione di riposo, sempre un più su del paramotore! Giusto Zio?
Il Macigno è nostro
Nuova partenza. A questo punto la comitiva va avanti sino al famigerato macigno, non senza faticare ancora. La mulattiera è sempre impestata di pietre e radici. L’acqua quest’anno ha fatto il proprio dovere. Io arrivo ormai a stenti e sono quasi alla frutta quando mi avvicino ad una pietrolina che pian piano diventa IL MACIGNO fermo in mezzo alla strada. Non mi arrendo, prometto a me stesso che mi fermerò solo dopo quel traguardo, e a suon di incitamenti e indicazioni di quelli che sono già sul posto, passo notando comunque la postazione del volenteroso fotografo, che due metri sotto di me rischia la vita nel caso perdessi l’equilibrio e gli andassi addosso. Mi fermo solo una decina di metri più avanti e messo il cavalletto, scendo dalla moto… come un cow-boy ferito si butta giù dal suo cavallo. Avete presente? Rimango sdraiato a terra e mi accorgo che mi sono proprio lasciato cadere senza badare dove, quando passa Maurizio e mi sfiora i piedi. Si stoppa anche lui, ma trova ancora la forza di ridiscendere a piedi sino al Macigno per assistere agli ultimi passaggi. Lo seguo, ma è solo la gioia di essere riuscito ad arrivare sin la che mi spinge le gambe una dopo l’altra. Passano tutti, compreso chi aveva lasciato la moto giù per fare le foto e poi essere fotografato a sua volta. Marco pensa sia una simpatica idea, quella di far ruzzolare giù un “massetto” quando c’è ancora Alessandro nella profonda postazione foto. Tutti ridiamo, Alessandro un po’ meno J))). Riposo generale, e il Nonno che decreta la riuscita dell’ascesa e che da quel punto in poi è roba da ragazzi. Mi fanno ancora così male le braccia che non me ne frega più niente di qualsiasi strada e quando raggiungiamo la “Monte Paulis Classic” dichiaro di volermene tornare indietro. Si opta per una sosta a Dispensa Sanguinetti, dove con un po’ di acqua e quattro chiacchiere si tira ancora il fiato. Si riparte, si fa un altro circuito, ma io ormai vado al traino degli altri, non capisco neanche che direzione abbiamo preso.
Ad un certo punto, io penultimo, mi accorgo che Giuseppe (scopa) non arriva. Rallento, gli altri si allontanano, mi fermo e aspetto. Aspetto. Aspetto. Insomma, decido di girare e dopo qualche centinaio di metri all’indietro, cosa vedo? Quel pirla di Giuseppe che arriva tutto allegro e impennante. Si era fermato a fare delle foto, lui. E già, sino ad ora si era annoiato, quindi qualche momentino tutto per lui doveva dedicarselo! Ma vaff…;-)
Procediamo. L’allegra combriccola di testa non accenna a rilassarsi: Nonno, Zio e Alex vanno tranquilli. Ad un ulteriore bivio succede l’imprevedibile ;-)).
IL GRUPPO SI SPACCA
A Zio non basta ancora e vuole rifare il circuito appena lasciato e tornare giù dalla Monte Paulis Classic. Si uniscono Giuseppe e Alex. Il Nonno invece (in quanto Nonno) giudicando le nostre condizioni fisiche (sicuramente più le mie) decide sia il caso di ridiscendere verso Solanas, su strada sterrata più tranquilla. …Si, lo so, più tranquilla di Monte Paulis è asfaltata :))).
Si parte con l’appuntamento per rincontrarsi al bar di Geremeas.
Il nostro trio procede con andatura allegra. Nonno in testa, io appresso e Maurizio chiude. Su una bella sterratona con “piscine” ci destreggiamo a “circumnavigarle” in quanto le prime che abbiamo attaccato ci hanno fatto capire che ai tacchetti era ora di sostituire le pinne.
Maurizio decide di accogliere la sfida e così, tradito da un basso regime, staziona per un po’ al centro di una di queste vasche in attesa che il Dominetor riparta. Noi lo osservavamo da fuori e sicuramente abbiamo desiderato molto più di lui la ripartenza della sua moto, notandogli l’acqua quasi sino al ginocchio :). Forse con una fune, si, forse sarebbe stata la soluzione, ma in acqua NO! Non ne avevo proprio voglia!
Via di nuovo appresso al Nonno, che ad un certo punto imbocca una deviazione che, come dice lui, gli serve per tracciare nuove vie!
Però, qui succede qualcosa. Nonno è davanti, io ho Maurizio davanti e non vedo bene cosa succede ma vedo la moto di Danix a terra, fuma di vapore, lui si stà rialzando e di fronte a loro un albero. Ma che ci sia andato a finire sopra? Strano non è dal Nonno tentare anche di salire sugli alberi :)))
Ci avviciniamo e subito notiamo delle brutte pozze d’acqua che io e Maurizio facciamo bene ad evitare. Danix è dolorante al basso ventre… Molto dolorante, ma nessuno si dichiara volontario ad un massaggio…”ha nau c’a deppis morri!” :-DDD
Insomma, pare che una di quelle brutte pozze, scandagliata dagli stivali di Maurizio che tanto è gia fradicio, con la sua profondità e melmosità abbia praticamente stoppato l’anteriore del DRZ per farlo poi ripartire a molla con volo finale e testa coda ai piedi dell’albero. Urto così violento che con le braccia il Nonno ha ripiegato in avanti il manubrio. …Fosse successo a me, adesso avrei le braccia ripiegate telescopicamente all’interno delle scapole :)))
Pausa di riconciliazione con i propri zebedei e sistemazione del manubrio e per Danix si può ripartire. Non si arrende, e prima di riprendere la strada per Solanas, si “traccia” comunque quel pezzo di mula che voleva vedere.
Basta, il rientro ormai è cosa comune. Dopo la birra a Geremeas, ognuno col proprio passo se ne torna a casa SICURAMENTE soddisfatto dell’uscita. …Almeno io SI!
Ciao gruppo Polverosi!

Spero vi siate fatti due risate leggendo i nostri report:-))
Ciao a tottusu
Zio Marco e il gruppo "Polverosi Ichnusa".